Solaris di Stanisław Lem

Solaris è un romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanisław Lem, pubblicato nel 1961.

Tradotto in più di trenta lingue, il romanzo è stato trasposto in un film per la televisione sovietica nel 1968. Successivamente è stato portato sul grande schermo nell’omonimo film nel 1972 del regista russo Andrej Arsen’evič Tarkovskij e, con esiti meno profondi, nel 2002, in un secondo adattamento del regista statunitense Steven Soderbergh.
Lem ha ammesso di non avere mai veramente amato la trasposizione che Tarkovskij ha dato del suo romanzo. Lem ha avuto parole molto critiche anche per il film di Soderbergh, soprattutto per il fatto che l’oceano vivente passi molto in secondo piano nell’adattamento americano, trasformando il racconto in una banale storia d’amore nello spazio.

«Solaris» è il capolavoro della fantascienza filosofica. Siamo nel lembo più estremo dell’universo esplorato dal genere umano. Un astronauta, dalla Terra, approda nella stazione spaziale che gira intorno al pianeta Solaris. Qui trova un’atmosfera di mistero e sospetto: nessuno lo accoglie, i pochi ospiti della astronave sembrano angosciati e sopraffatti, c’è un morto recente a cui si allude con circospezione ma senza sorpresa, gli oggetti subiscono strane deformazioni, si avvertono presenze. Solaris è noto agli umani come il grande pianeta “vivente”. Appare in forma di vasto oceano e avrebbe dovuto conflagrare se la sua orbita avesse seguito le leggi della fisica. Ma è come dotato di capacità cosciente di reazione e questa capacità sembra legata alle apparizioni di fantasmi, proiezioni viventi di incubi, sogni e fantasie. L’astronauta è costretto a interrogarsi, mentre lo contagia la stessa angoscia che domina in tutto l’ambiente. Sul mistero della morte del compagno, innanzitutto. Ma questo lo spinge verso maggiori enigmi da svelare: se Solaris ha una propria vita, e che tipo alternativo di forma di vita; se le “apparizioni” hanno una qualche spiegazione accessibile; se tutta questa attività ha un fine, in qualche modo legato ai destini esistenziali degli umani. Se non è tutto addirittura un immane messaggio. Un’avventura avvincente e carica di attesa e mistero. Ma si potrebbe dire anche un’avventura epistemologica, nel senso che presenta alla lente della riflessione un numero enorme di quesiti che abitano i rami della filosofia. Fra essi, il più suggestivo sembra essere il tema dell’Identità, del Soggetto, dell’Io. Non esiste l’Io unico e identico a se stesso. Ognuno è un arcipelago di Io, e ciascuna delle isole di questo arcipelago si muove nei confronti dell’Io che le contiene, come un universo parallelo. Del resto, la mente, i suoi confini, le sue possibilità, i suoi legami con la potente macchina che la sorregge, il cervello, sono i temi attorno ai quali hanno sempre ruotato le storie di fantascienza di questo scrittore di Leopoli, cresciuto a Cracovia, esperto cibernetico, che è annoverato tra gli influenti capostipiti della moderna fiction di realtà virtuali.

Stanisław Herman Lem (Leopoli, 12 settembre 1921 – Cracovia, 27 marzo 2006) è stato uno scrittore polacco, autore prolifico e brillante che coniugò il genere della fantascienza con il romanzo filosofico.
Uno dei suoi romanzi più celebri è Solaris. Nel 1972 il regista sovietico Andrej Arsen’evič Tarkovskij ne ha tratto l’omonimo film, il cui grande successo lo ha reso popolare al di fuori della sua patria.
I suoi libri, alla sua scomparsa nel 2006, erano stati tradotti in almeno 41 lingue e venduto oltre 27 milioni di copie, facendone uno degli scrittori europei di fantascienza più letti al mondo.

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